Cosa ci ha lasciato il Covid19? e cosa ci lascerà? sicuramente un maggior ricorso alle tecnologie

Più attenzione alla salute di dipendenti e clienti, ma anche misure organizzative per garantire la continuità operativa, ricorso allo smart-working alla dematerializzazione dei deocumenti e tanta flessibilità per adeguarsi al nuovo mercato aperto dall’esplosione dell’ e-commerce

covid e tecnologia
covid e tecnologia

“Nulla sarà come prima” – Una frase ricorrente di fronte a ogni tragedia avvenuta negli ultimi anni…

…E’ il momento che sta attraversando il nostro autotrasporto, sensibilizzato a misurarsi con le incerte prospettive del futuro proprio per essere stato uno dei pochi settori a non fermarsi mai neppure in lockdown.

Ciononostante, il bilancio del comparto è drammatico: il blocco di gran parte della produzione si è inevitabilmente ribaltato sul trasporto, che nel primo semestre 2020 ha perso il 24,2% dei traffici (il 31,2% il solo trasporto autostradale), con perdite che il 76% delle 600 imprese del campione ritiene non recuperabili nel bilancio dell’esercizio 2020.

E, dunque, mentre si cerca di arginare quanto possibile le imprese del settore stanno già cominciando a prepararsi al domani. Cercando prima di tutto di capire come sarà il futuro.

La salute prima di tutto

Il primo nodo è quello di una pandemia non ancora debellata.

Problema non da poco per un settore il cui orizzonte non è limitato all’Italia, ma a un’Europa (e non solo) in cui il virus è ancora saldamente presente.

Al primo punto c’è la conferma delle misure fin qui adottate: distanziamento, mascherine, igienizzanti.

Per questo punto fondamentale le imprese del settore si sono date da fare in tutti i modi per garantire la massima sicurezza possibile ai dipendenti e clienti

Ma il lavoro no può fermarsi

Perché la vera paura è quella: essere costretti a fermarsi.

Per questo le aziende si stanno organizzando per garantirsi continuità operativa, non soltanto nel caso che si verifichi la seconda ondata di contagi, ma anche per premunirsi di fronte a eventuali emergenze future.

Lo Smart Working

Certamente l’aumento dell’impiego delle tecnologie è il principale effetto collaterale del Covid e del lockdown anche nell’autotrasporto, a cominciare dallo smark working.

La spinta alle tecnologie ha investito anche le imprese di dimensioni minori, benché l’impatto del telelavoro sia stato relativo a causa del minor numero di dipendenti amministrativi.

Dunque, lo smart working continuerà, soprattutto nelle aziende di maggiori dimensioni.

Probabilmente diventerà una nuova normalità, ma perché si consolidi deve essere gestita, pianificata e programmata per creare le migliori condizioni di lavoro possibili sia per le persone che per le aziende.

La pandemia è certamente servita a superare alcune reticenze.

La spinta alle tecnologie

E non solo lo smart working. Su un punto tutti sono d’accordo: la pandemia ha accelerato l’impiego delle tecnologie.

Anche nelle aziende di dimensioni minori se fino a ieri qualcuno storceva il naso oggi tutti sono concordi sul fatto che le tecnologie sono necessarie.

Perchè se è vero che tutti guardano alle tecnologie post-Covid non solo come garanzia sanitaria, ma anche come business da sviluppare, anche lì i problemi non mancano.

C’è da dire però che oggi è ancora difficile avere standard di processo, sia amministrativi che fiscali, non solo a livello di singoli Stati, ma anche a livello europeo.

E infatti il Regolamento sulle informazioni elettroniche per il trasporto delle merci (eFTI) è stato appena pubblicato ed entrerà in vigore nell’agosto 2024.

Ma non è soltanto la mancanza di regole e di standard a rallentare l’innovazione

Molte imprese si lamentano della minore qualità del lavoro, dovuto alla lentezza dei collegamenti.

un po’ com’è avvenuto nelle scuole per la didattica a distanza.

Inevitabile in un Paese in cui la banda larga ultraveloce raggiunge il 24% della popolazione, contro una media UE del 60%.

IL MERCATO DELL’ECOMMERCE

Ma nonostante la lentezza della rete, la confusione di normative, la mancanza di piattaforme condivise – il luogo in cui la pandemia si è coniugata meglio con la tecnologia, lasciando un segno probabilmente indelebile, è il mercato.

L’e-commerce sta registrando  dati di crescita clamorosi.

Uno studio dell’Osservatorio e-commerce B2C, promosso dal Politecnico di Milano, stima che nel 2020 le vendite online registreranno un picco complessivo del +26% rispetto allo scorso anno (del 45% per i soli acquisti da smartphone), raggiungendo quota 22,7 miliardi di euro.

E’ l’incremento più alto di sempre, per una modalità di acquisto già in crescita esponenziale.

Ciò vuol dire gran parte del trasporto retail è sempre più rivolto al consumatore.

Una rivoluzione che accelererà un processo, già in corso da tempo, di ristrutturazione delle consegne: si chiama OMNICANALITA’

In cosa consiste l’Omnicanalità?

Consiste nell’integrazione fra internet e negozi.

Ma come posizionarsi in un mercato sempre più parcellizzato dal singolo cliente finale?

Oltre ad un richiamo della flessibilità, le risposte sono diverse e legate più che alle dimensioni dell’azienda, al genere merceologico trattato.

Chi lavora per l’industria ne risente meno.

Già da qualche anno l’e-commerce è tenuto sotto osservazione, all’inizio si pensava che fosse un mercato per pochi. Il problema però, più che per i trasportatori, sarà per gli intermediari.

Il cambiamento è dalla piattaforma alla consegna.

Le attività attuali a servizio dell’e-commerce non risentono della frammentazione della domanda.

 

Nel trasporto e nella logistica la pandemia sta accelerando un processo che vede sempre più vicini intelligenza artificiale, realtà aumentata, robotizzazione dei magazzini (entro il 2023 ne stima l’impiego in oltre il 30% dei depositi), image technology per monitorare gli assortimenti sugli scaffali, digital twin 3D dei prodotti per facilitarne la personalizzazione on demand.

Ma i più vicini sono i droni

Amazon ha ottenuto l’autorizzazione a trasportare con velivoli a guida autonoma pacchi fino a 2,3 K; SF Express, uno dei principali corrieri cinesi, ha sperimentato un mega drone capace di trasportare un carico di 1,5 Ton. in un vano di 15 metri cubi.

 

Fonte: Rivista Uomini e Trasporti

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