“Luci e ombre del trasporto pubblico in Italia” è il titolo dell’ultima ricerca pubblicata da Cassa depositi e prestiti.

I dati presentati sono già noti. Ma c’è un cambio di approccio, una chiave di lettura innovativa che fa emergere un nuovo punto di vista: basta con la concezione del trasporto pubblico locale come bene inferiore, occorre valorizzarlo come bene di merito.

clima e tpl
trasporto pubblico e clima, investimenti per salvaguardarlo

L’autunno del trasporto pubblico locale può essere una stagione ricca di soddisfazioni, dipende con quale sguardo la si affronta; e soprattutto “investire nel trasporto pubblico locale paga”. Se si investe anche senza progetti clamorosi si porta a casa il risultato.

L’Italia ha tassi di ricorso all’auto privata, come mezzo di spostamento in ambito urbano, inefficienti e insostenibili e se si aspetta che sia il cittadino di sua spontanea volontà a cambiare questo rapporto di forza si fa davvero poca strada.

“Nel tpl è l’offerta a influenzare la domanda” afferma Cdp. Per questa ragione il documento invita a superare l’idea di tpl come soluzione dedicata a chi di fatto non può avere alternative.

CAMBIO DI PROSPETTIVA:

Il salto di qualità è quello di affermare progressivamente il trasporto pubblico locale non più come bene inferiore, bensì come bene di merito.

I “beni inferiori” precisa lo studio, “sono una particolare categoria di beni la cui domanda si riduce all’aumentare del reddito del consumatore, che modifica le sue scelte a favore di beni di qualità superiore. I beni meritori, la cui produzione e consumo è incentivata dal settore pubblico per le loro finalità sociali, si distinguono tuttavia dai beni pubblici perché presentano le caratteristiche di rivalità nel consumo e di escludibilità dal beneficio, tipici dei beni privati”.

In molte capitali europee tra le più moderne e all’avanguardia nel campo della mobilità sostenibile, la scelta di rinunciare al mezzo privato deriva da nuovi bisogni e da una spiccata attenzione alla qualità della vita, cui corrisponde ovviamente un’offerta adeguata a favorire spostamenti più attivi ed ecologici.

Se in passato, e ancora oggi in alcuni contesti, la scelta del trasporto pubblico dipendeva esclusivamente da ridotte disponibilità economiche, il confronto internazionale mostra una tendenza a far prevalere fattori di benessere nella scelta della mobilità pubblica.

È su questo concetto che si basa il “Sustainable Bus Award 2019”. Sbaglia infatti chi lo considera un premio al mezzo più “green”. Il riconoscimento si ispira a un concetto trasversale di sostenibilità, intesa come la capacità del veicolo di stabilire un’immagine positiva agli occhi del pubblico, contribuendo in questo modo ad aumentare l’attrattività del trasporto collettivo.

AZIENDE TPL IN ITALIA:

In Italia sono poco più di 900 le aziende attive nel settore trasporto pubblico locale che danno lavoro a 124 mila addetti. Gli esperti insistono sulla necessità di proseguire nel processo di aggregazione, visto che la variabile dimensionale sembra influire significativamente sull’efficienza delle aziende e soprattutto sulla capacità di fare investimenti. “Gli ultimi dati disponibili riferiti al 2019 indicano un aumento percentuale degli investimenti più che proporzionale al crescere della dimensione aziendale” si legge nello studio della Cdp.

“Comparto legato strettamente alle economie urbane, il tpl ha impatti di estremo rilievo in termini di sviluppo e competitività dell’intera economia nazionale”. In base alle stime effettuate dalla Cdp, “con un volume di risorse stanziate pari a circa 2,8 miliardi annui è possibile generare, nel quinquennio 2019-2023, valore aggiunto per circa 4,3 miliardi di euro l’anno (0,2% del Pil) e contribuire a creare circa 110 mila unità di lavoro aggiuntive l’anno (0,5% dell’occupazione totale)”.

Senza considerare i costi indiretti dovuti a un tpl sottodimensionato o sbilanciato tra pubblico e privato, primo fra tutti la congestione. “Nel 2019 gli abitanti di Roma hanno perso 254 ore nel traffico. La capitale è la seconda città al mondo dopo Bogotà, dove si trascorrono più ore nel traffico. Anche il resto d’Italia non si posiziona bene. Sono ben 5 le città nella classifica delle prime 25 città al mondo per ore perse nel traffico. Oltre a Roma, si tratta di Milano (7° posto), Firenze (14°), Napoli (17°) e Torino (23°).

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE E CLIMA:

La questione dei cambiamenti climatici è ormai un allarme planetario, globale e condiviso. Un po’ meno compatto è il fronte relativamente agli strumenti messi in campo.

La Banca europea degli investimenti (Bei) ha da poco condotto la sesta edizione dell’indagine sul clima, e una delle opzioni del sondaggio era “rendere i servizi di trasporto pubblico gratuiti entro il 2020”.

Oggi le tariffe in Italia sono tra le più basse d’Europa e incidono molto meno sul reddito medio. Perché non puntare su qualcosa di più promettente e praticabile come il potenziamento della flotta, la diffusione dei mezzi a basse o nulle emissioni, l’incremento dell’intermobilità?

Insomma, qualcosa che possa veramente fare la differenza sull’impatto ambientale del trasporto pubblico locale.

 

Fonte: Rivista Autobus

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